giovedì 27 novembre 2014

Servizi postali e servizi informatici inutili

Torno a scrivere dopo un bel pò per un post poco importante in tempo di spedizioni e domande su come dovrebbe essere realizzato un servizio informatico in generale. Ebbene voglio proprio mostrare come non si dovrebbe fare un servizio, o meglio come fare un servizio che non serve a niente. Mi è stata inviata una raccomandata, utilizzando un servizio di recapito alternativo a quello postale.
In una nazione in cui il servizio postale pubblico, non solo non ha mai funzionato, ma continua nonostante i secoli, i governi, le rivoluzioni, la fantomatica privatizzazione, a non funzionare. Le raccomandate ci mettono settimane, ed ultimamente mi è capitato di dover spedire una valigia (tramite una modalità pubblicizzata dalle stesse Poste), e sono stati dolori. Innanzitutto all'ufficio postale sono caduti dal pero su di un loro stesso servizio Spedire bagagli, e sulla modalità di espletamento. L'impiegata ha guardato divertita il trolley, dicendomi (con quella supponenza e ilarità) che non si poteva spedire così, doveva essere tutto avvolto nella carta da imballaggio. Ed è andata a chiedere anche ai suoi colleghi!!! Che chiaramente nell'ignoranza imperante hanno confermato.
Peccato che nella Guida alla spedizione Paccoweb in merito ai bagagli si dica: "Nel caso di bagagli (valige, trolley, ecc.) occorre adottare accorgimenti per garantire sia di evitare l’apertura accidentale del bagaglio (per esempio avvolgendolo per qualcosa che ne impedisca l’apertura) che per una più efficace adesione della busta trasparente porta documenti alla valigia, in considerazione della tipologia di materiale della valigia stessa (tela o plastica rugosa) che non consente una ottimale adesione tra le due superfici. Per tale motivo si rende necessario effettuare un giro di nastro adesivo intorno alla valigia, in sovrapposizione alla tasca portadocumenti contenente la lettera di vettura. La nastratura deve essere effettuata cercando di limitare il più possibile la copertura dei dati riportati sulla lettera di vettura: dati del mittente e del destinatario ed, in particolare, il codice a barre che deve essere lasciato visibile per consentire le successive lavorazioni meccanizzate. Inoltre è consigliato indicare ulteriormente i riferimenti del mittente e del destinatario utilizzando gli spazi generalmente presenti nelle valigie (asole porta etichette, collarini esterni, ecc.) ed, eventualmente, di inserire un foglio di carta riportante le medesime indicazioni, in una delle tasche esterne liberamente accessibili (se sono presenti)."
Come si può leggere, si fa riferimento esplicito alla tipologia di materiale della valigia stessa, per avvertire che ci potrebbe essere poca adesione dell'indirizzo e della lettera di vettura, da cui ne consegue che non devo imballare un bel niente. Ma alla fine, ribadendo il concetto, si fa riferimento alle asole porta etichette, o alle tasche esterne liberamente accessibili. Se sono liberamente accessibili, non credo proprio, cara impiegata che la debba avvolgere nella carta da imballaggio.
Mostrato all'impiegata la guida citata, sul telefonino, ed utilizzando un tono imperativo, riuscivo ad ottenere un servizio esattamente nelle modalità con cui è stato pensato e sponsorizzato.
Detto questo la valigia che secondo il servizio doveva impiegarci circa 3 giorni (Pacco celere 3), ce ne ha messi ben 14 (ed ho chiesto ed ottenuto il rimborso dalle Poste).
Torniamo al punto. Una raccomandata speditami dalla banca c/o cui ho il conto corrente, utilizzando un servizio privato, che suppongo abbia un costo superiore rispetto alle Poste (anche se le raccomandate costano, per il servizio che danno un costo esagerato, secondo me), ma la speranza, se non la garanzia di un servizio migliore e celere. Mi arriva una mail con l'indicazione che la raccomandata è stata consegnata a questo vettore privato in quel giorno e mi viene dato anche un codice per il tracciamento. A parte il fatto che il codice era errato (privo di una decina di cifre), ottenuto quello corretto dal servizio clienti, vado sul sito web del vettore per la tracciatura, circa una decina di giorni dopo l'avvenuta consegna, per capire ove mai fosse questa busta così difficile da trasportare. Mi ritrovo l'immagine seguente
Inserendo il codice ed effettuando la ricerca il 23/11/2014, si ottengono le importanti informazioni che la raccomandata è stata accettata il 13/11/2014 e che questa è in recapito.
La domanda sorge spontanea, ma a cosa serve un servizio del genere ? La mail della banca era datata 12/11/2014. Da questa mail si deduce che la raccomandata è in viaggio, ma la tracciatura non aggiunge nessuna informazione. Questo servizio di tracciatura così com'è è del tutto inutile, o meglio può servire ad un solo scopo, far irritare il cliente e farlo sentire preso in giro, con la conseguenza che tale cliente sconsiglierà il servizio, o scriverà un post negativo su di un blog. Complimenti!!!
La raccomandata è poi arrivata il 27/11/2014 ben 14 giorni dalla consegna al vettore. Di nuovo complimenti, un servizio privato che funziona con lo stesso livello di servizio di quello scarso pubblico.




sabato 11 giugno 2011

Il ritorno alle immersioni

Domenica 05/06/2011

Sembra quasi incredibile, siamo di nuovo in un Diving (Centro Sub Monteconero), Alessandra ed io. Ci stiamo vestendo, dopo aver montato il gruppo. Solo fino a qualche giorno fa eravamo convinti di aver perso la possibilità di fare immersioni, e questo, da quando a settembre, si era prima palesato mr.D di Alessandra e successivamente l'istruttore sub, aveva negato persino la possibilità di richiedere il tesserino per le due specialità (Notturna e poca visibilità - Fotografia Digitale subacquea) già concluse mesi prima da Alessandra. Occorreva un certificato medico che mettesse insieme le conoscenze diabetiche con quelle sportive. Figuriamoci poi, concludere il brevetto Advanced, con le ultime due immersioni ai 39 metri. E nemmeno il convegno del DAN all'Eudi Show 2011, foriero di incoraggianti notizie, ci aveva liberato da quella sensazione di "non poter più".

E mentre camminiamo verso il molo, ancora non sono del tutto convinto che scenderemo. Camminiamo accanto a Miriam, Valentina, Simone, e Cristina, Carlo, Chiara, Luca, Susanna, Giovanni e Lorenzo, tutti diabetici, e sono loro che hanno aperto questa strada, questo sentiero, che oggi ci sta conducendo nuovamente in acqua.

Il fatto è, che quando fai questi grandi passi improvvisi, percorrendo l'enorme spazio che divide la fievole speranza dalla concreta realtà, non riesci a realizzare subito che davvero ti stia accadendo.

Siamo sul gommone, guardo questi volti, i loro gesti tranquilli, la misurazione della glicemia, l'eventuale spuntino correttivo. Mi sembrano grandi, valorosi, persone che non si fermano davanti alle difficoltà, che lottano con questo disturbo cronico, che impegna così tanto durante tutto l'arco del giorno. E mi sembra incredibile che stiamo con loro, con i grandi Marco e Laura, che stiamo per tuffarci, che forse davvero potremo continuare a coltivare questa passione che era diventata fortemente nostra, gustata insieme, Alessandra ed io.

Tutto è pronto, la glicemia va bene, rientra nei limiti del protocollo, ed è stabile, "Ale si può immergere". Andiamo giù, cominciamo l'immersione, ed è come se Mr.D. non esistesse, ci scambiamo come un tempo, gli OK, guardiamo nuovamente stupefatti i nudibranchi che ci mostra Martina, la guida.....siamo alle Due Sorelle, in immersione, di nuovo, Ale ed io, e tutti gli altri.

Ed allora, davvero grazie a tutti, all'associazione Diabete Sommerso, a Matteo, Laura, Marco e grazie a tutti i ragazzi, al loro coraggio, alla loro accoglienza e al loro procedere fermo, oltre pregiudizi e discriminazioni, oltre Mr.D.

martedì 5 aprile 2011

Ecco il Kindle 3

Che cos'è questo strano sottile aggeggio, così leggero, dal colorito pallido e i caratteri nitidi ? Il Kindle 3 è un dispositivo per la lettura di e-book, e solo quello. La sua interfaccia di utilizzo è vecchia, se non vetusta. Quando l'ho portato in ufficio e i colleghi lo hanno maneggiato, hanno tentato di premere sullo schermo; qualcuno l'ha girato orizzontalmente per vedere se (tramite un'eventuale accelerometro) l'immagine seguiva il movimento, ma non lo ha fatto.
Non ha uno schermo a colori, e nemmeno uno straccio di pad per muoversi sullo schermo, ma un ormai sorpassato pulsante a 5 vie; non ha applicazioni da provare, da scaricare; insomma non è uno di quei dispositivi multi-funzione come ormai siamo abituati a maneggiare quotidianamente. Abbiamo telefonini che fanno foto, video, su cui usiamo word processor e fogli di calcolo, che sono lettori di mp3, che ci permettono di ascoltare la radio. In particolare le fotocamere sono presenti ovunque, a parte sul cellulare, sulla Nintendo DS, sull'Ipod, l'ITouch, sui portatili, mancano solo sulle chiavette Usb e sul mouse e staremmo al completo.
Il Kindle 3 non ha niente di tutto ciò, e non ha altre funzioni che quella semplice e lineare di proporre, per la lettura, dei testi, talvolta corredati di qualche immagine. Proporre con la sua tecnologia e-ink, il cosiddetto inchiostro elettronico, una lettura non stancante, nitida, con uno schermo antiriflesso, che prende la luce ambiente, in quanto non è retroilluminato. E per la prima volta, io che come tanti ho trovato sempre difficile leggere libri sullo schermo dell'immancabile computer, ora macino parole, mentre accompagno il fido Sbirulino nelle sue passeggiate. Questo perché il Kindle è leggero, si tiene bene in mano, può essere infilato in una tasca abbastanza capiente, può contenere 3 Gb di libri e testi, in pdf o convertiti nei formati mobi e azw.
Ma ribadisco, il Kindle è solo questo, un semplice dispositivo per lettori incalliti, anche per coloro che pensano che sia stancante e difficile leggere parole su uno schermo, questo perché lo schermo e la tecnologia del Kindle, sono nuove rispetto a tutti i dispositivi che siamo abituati ad utilizzare.

lunedì 4 aprile 2011

Kindle 3 acquistato

Dopo aver letto diversi post su internet (alcuni riassunti in calce) e fatte le dovute valutazioni ho deciso per l'acquisto delll'Amazon Kindle 3. Come letto in rete, mi sono creato un account Amazon e sono andato direttamente sul portale americano perché da quello Italiano si viene rimandati su di esso. Ho subito escluso l'acquisto dell'alimentatore opzionale, perché:
  1. il Kindle può essere ricaricato tramite il cavetto usb in dotazione
  2. la durata della batteria è notevole, dato il basso consumo (nullo a pagina ferma) del dispositivo
  3. possedendo mia moglie un Ipod, si può sfruttare l'alimentatore di questo, che non è altro che una spina di corrente con una presa usb femmina, a cui attaccare il cavetto usb del Kindle
Ho anche valutato l'eventuale acquisto di una custodia, ma quelle proposte da Amazon, specialmente quella con la luce integrata nella custodia, avevano prezzi esorbitanti, anche in confronto al prezzo del Kindle.

Deciso quindi, il solo acquisto del Kindle ho inserito l'ordine il 22/3/2011 alle ore 17,52. Già il giorno dopo constatavo che il pacco era in viaggio con Ups, e da Newark, arrivava a Philadelphia e il 23/03/2011 alle 22 era a Colonia, in Germania. La mattina del 24/3/2011 alle 3 partiva per Roma, e già alle 9,42 Ups cercava di recapitarlo all'indirizzo indicato, ma il corriere non trovava nessuno. Alle 14,55 del 24, ricevo una telefonata dal conducente Ups che mi comunica del tentativo fallito di consegna; aggiunge anche che si può procedere con un secondo recapito il giorno successivo, oppure il pacco può essere lasciato presso il loro deposito alla Magliana. Dato che è vicino al lavoro, opto per questa seconda possibilità e alle 18,45 esco dal deposito dell'Ups con in mano il classico pacco in cui Amazon inserisce il Kindle.

Una rapidità impressionante di Amazon e il Kindle è nelle mie mani.

Questa una serie di link che ho consultato prima dell'acquisto:

martedì 15 febbraio 2011

Diabete sommerso, cominciamo la battaglia

Siamo stati al XIX Eudi Show di Bologna il 13/2, per seguire sopratutto il convegno organizzato dal DAN, Diabete ed immersione. In questo convegno è stato presentato il progetto Diabete Sommerso (il cui sito è ancora in costruzione), un progetto pilota, partito nel 2004, su iniziativa del Centro di Diabetologia dell'Ospedale Niguarda Cà Granda di Milano, che intende introdurre alla pratica delle immersioni subacquee con autorespiratore persone con diabete. Il Dott.Matteo Bonomo, Direttore del Dipartimento di Diabetologia del Niguarda, ha illustrato i risultati del progetto e il protocollo messo a punto per il controllo della glicemia pre-immersione. Dal 2004 sono stati fatti 7 corsi Oper Water, 2 corsi Advanced, e un Rescue, brevettando subacquei diabetici che non hanno avuto grosse problematiche.

Uno dei centri in cui sono stati organizzati corsi e che risulta più sensibile alla problematica è il Centro Sub Monte Conero, che ha visto la partecipazione al convegno con Marco Giuliano, detto il Guru.

E' stato anche annunciato che verrà fondata l'associazione Diabete Sommerso, il cui primo obiettivo è costituire entro l'anno una rete di Diving, uno per ogni regione, che possano accogliere subacquei diabetici. Inoltre verrà promossa la formazione per istruttori, perché possano integrare le loro didattiche con la semplice integrazione del protocollo.

Il contenuto importante del convegno è che, in presenza di un diabete ben compensato e con un adeguato controllo che inizia il giorno prima dell'immersione, fino a pochi minuti prima del tuffo, e con accorgimenti come stick di glucosio nel gav e tutto il gruppo ben informato, la subacquea non è attività preclusa ai diabetici. Speriamo che, da questo ottimo punto di partenza, si possa continuare affinché il mondo della subacquea (quindi didattiche e diving) divenga ufficialmente aperto anche ai diabetici.

domenica 19 dicembre 2010

Nascondere la lista di amici su Facebook a tutti

Cambiano spesso le modalità di configurazione del proprio profilo su Facebook. Ecco le semplici istruzioni per poter nascondere la lista dei propri amici a tutti, anche agli stessi amici.
  • seleziona Account (in alto sulla destra) e poi Impostazioni sulla privacy

  • seleziona Visualizza le impostazioni nella parte Connessione su Facebook

  • seleziona Personalizza accanto a Vedere la lista dei tuoi amici
  • Non resta che selezionare Solo io dall’elenco accessibile da Rendi visibile a e poi premere il pulsante Salva impostazione

venerdì 12 novembre 2010

Coltivare il proprio ottimismo

Oggi non lavoro, non sono in ferie, questa mattina non sono andato a donare il sangue, e non sono nemmeno malato, anzi, a dire il vero mi sento benissimo, eppure oggi non lavoro, non ho preso aspettativa e non ho chiesto ore di permesso, oggi non lavoro perché sono in cassa integrazione, non lavoro perché, per oggi, la società di cui sono dipendente, non è riuscita a trovarmi una qualche attività remunerata da effettuare, e sembra che non ci sia nessuno disposto ad offrire un qualche lavoro specializzato; posso dopo tutti questi anni di lavoro, finalmente concedermi l'immodestia di ritenermi persona specializzata eppure oggi non lavoro.


Dovrei sentirmi triste e abbattuto, eppure non mi sento così; ma come si fa a sentirsi triste, con questa giornata bellissima, che improvvisa s'è affacciata ? E a Roma, quando ti vengono a trovare queste giornate, proprio non ce la fai ad essere triste, seppur provi ad impegnarti. La bellezza di questa città emerge fuori così imponente che ti sembra di guadarla per la prima volta, ed invece la conosci così bene, per le mille giornate altrettanto belle che si è ostinata a regalarti, magari dopo una serie di temporali e acquazzoni dispettosi che venivano inopportuni.


La verità è che mi sto scoprendo persona ottimista, quando tutti mi hanno sempre additato come pessimista. E l'ottimismo non è una chiave che raccogli per strada da qualcuno che se l'è persa, non è per forza una cosa che ti nasce da dentro, che ti ritrovi lì, come fosse un altro organo che i tuoi geni ti hanno donato. L'ottimismo è un sentimento che puoi seminare e che va coltivato, a cui devi dedicare quel tempo che ci vuole. Ed io, agricoltore scettico, me lo sto ritrovando cresciuto, di bell'aspetto, forte e verde.


Si dice che ad un certo punto ci si arrende all'evidenza. E oggi l'evidenza è che viviamo in un paese parzialmente immobile, che riesce a muoversi solo per avvicinarsi un passo ancora verso la degradazione, diretto lentamente verso la decadenza. Ma l'evidenza è una sostanza che si forma dal contributo di tutti, dai piccoli passi della gente, dai moti d'orgoglio, dalle speranze ardite, dai sogni che odorano di lontano. L'evidenza la possiamo scuotere anche noi, semplici, piccoli, all'apparenza lievi tremori. Ed è per questo che non dobbiamo stare fermi, ma ci dobbiamo muovere, cercare nuove strade, nuove direzioni, dobbiamo creare ponti, sentieri incerti, percorsi poco ovvi. Ho coltivato il mio ottimismo con i tanti interessi, con la curiosità della lettura, il sorriso delle domande, e i nuovi dubbi delle risposte, ho protetto la pianticella nascente, con lo studio della strategia per ovviare alla mia profonda ignoranza. Ho costruito pezzo per pezzo, negli inverni gelati, la serra del porsi in modo diverso.


Ho una persona accanto fantastica che non si abbatte nelle difficoltà, e che ritrova inaspettatamente il sorriso anche se spesso non l'aiuto in modo diretto. E quando si è in due a coltivare, si sa che le spighe riescono più rigogliose, e la frutta matura prima.


Ma l'intento non era di autocelebrarsi, ma di invitare tutti a coltivare il proprio ottimismo, perché si sa, i semi viaggiano con il vento ed i terreni dei vicini, s'aprono ampi e fertili. La domanda a questo punto va posta come:

Non tutti hanno quello che ho io, oppure non tutti sanno guardarsi veramente attorno ?

Coltivare il proprio ottimismo significa voltarsi a scrutare l'intorno. Mutare lentamente il proprio sguardo nei rispetti di ciò che ci circonda. Tentare di cogliere la positività dalle cose che si hanno, posare una mano comprensiva sui difetti altrui, per poi potate i propri, prendersi cura delle situazioni che stentano a fiorire, concimare continuamente la terra quotidiana su cui si vive, annaffiare di nuove possibilità la propria esistenza. Coltivare il proprio ottimismo.