giovedì 27 novembre 2014
Servizi postali e servizi informatici inutili
sabato 11 giugno 2011
Il ritorno alle immersioni
Domenica 05/06/2011
Sembra quasi incredibile, siamo di nuovo in un Diving (Centro Sub Monteconero), Alessandra ed io. Ci stiamo vestendo, dopo aver montato il gruppo. Solo fino a qualche giorno fa eravamo convinti di aver perso la possibilità di fare immersioni, e questo, da quando a settembre, si era prima palesato mr.D di Alessandra e successivamente l'istruttore sub, aveva negato persino la possibilità di richiedere il tesserino per le due specialità (Notturna e poca visibilità - Fotografia Digitale subacquea) già concluse mesi prima da Alessandra. Occorreva un certificato medico che mettesse insieme le conoscenze diabetiche con quelle sportive. Figuriamoci poi, concludere il brevetto Advanced, con le ultime due immersioni ai 39 metri. E nemmeno il convegno del DAN all'Eudi Show 2011, foriero di incoraggianti notizie, ci aveva liberato da quella sensazione di "non poter più".
E mentre camminiamo verso il molo, ancora non sono del tutto convinto che scenderemo. Camminiamo accanto a Miriam, Valentina, Simone, e Cristina, Carlo, Chiara, Luca, Susanna, Giovanni e Lorenzo, tutti diabetici, e sono loro che hanno aperto questa strada, questo sentiero, che oggi ci sta conducendo nuovamente in acqua.
Il fatto è, che quando fai questi grandi passi improvvisi, percorrendo l'enorme spazio che divide la fievole speranza dalla concreta realtà, non riesci a realizzare subito che davvero ti stia accadendo.
Siamo sul gommone, guardo questi volti, i loro gesti tranquilli, la misurazione della glicemia, l'eventuale spuntino correttivo. Mi sembrano grandi, valorosi, persone che non si fermano davanti alle difficoltà, che lottano con questo disturbo cronico, che impegna così tanto durante tutto l'arco del giorno. E mi sembra incredibile che stiamo con loro, con i grandi Marco e Laura, che stiamo per tuffarci, che forse davvero potremo continuare a coltivare questa passione che era diventata fortemente nostra, gustata insieme, Alessandra ed io.
Tutto è pronto, la glicemia va bene, rientra nei limiti del protocollo, ed è stabile, "Ale si può immergere". Andiamo giù, cominciamo l'immersione, ed è come se Mr.D. non esistesse, ci scambiamo come un tempo, gli OK, guardiamo nuovamente stupefatti i nudibranchi che ci mostra Martina, la guida.....siamo alle Due Sorelle, in immersione, di nuovo, Ale ed io, e tutti gli altri.
Ed allora, davvero grazie a tutti, all'associazione Diabete Sommerso, a Matteo, Laura, Marco e grazie a tutti i ragazzi, al loro coraggio, alla loro accoglienza e al loro procedere fermo, oltre pregiudizi e discriminazioni, oltre Mr.D.
martedì 5 aprile 2011
Ecco il Kindle 3
Non ha uno schermo a colori, e nemmeno uno straccio di pad per muoversi sullo schermo, ma un ormai sorpassato pulsante a 5 vie; non ha applicazioni da provare, da scaricare; insomma non è uno di quei dispositivi multi-funzione come ormai siamo abituati a maneggiare quotidianamente. Abbiamo telefonini che fanno foto, video, su cui usiamo word processor e fogli di calcolo, che sono lettori di mp3, che ci permettono di ascoltare la radio. In particolare le fotocamere sono presenti ovunque, a parte sul cellulare, sulla Nintendo DS, sull'Ipod, l'ITouch, sui portatili, mancano solo sulle chiavette Usb e sul mouse e staremmo al completo.
Il Kindle 3 non ha niente di tutto ciò, e non ha altre funzioni che quella semplice e lineare di proporre, per la lettura, dei testi, talvolta corredati di qualche immagine. Proporre con la sua tecnologia e-ink, il cosiddetto inchiostro elettronico, una lettura non stancante, nitida, con uno schermo antiriflesso, che prende la luce ambiente, in quanto non è retroilluminato. E per la prima volta, io che come tanti ho trovato sempre difficile leggere libri sullo schermo dell'immancabile computer, ora macino parole, mentre accompagno il fido Sbirulino nelle sue passeggiate. Questo perché il Kindle è leggero, si tiene bene in mano, può essere infilato in una tasca abbastanza capiente, può contenere 3 Gb di libri e testi, in pdf o convertiti nei formati mobi e azw.
Ma ribadisco, il Kindle è solo questo, un semplice dispositivo per lettori incalliti, anche per coloro che pensano che sia stancante e difficile leggere parole su uno schermo, questo perché lo schermo e la tecnologia del Kindle, sono nuove rispetto a tutti i dispositivi che siamo abituati ad utilizzare.
lunedì 4 aprile 2011
Kindle 3 acquistato
- il Kindle può essere ricaricato tramite il cavetto usb in dotazione
- la durata della batteria è notevole, dato il basso consumo (nullo a pagina ferma) del dispositivo
- possedendo mia moglie un Ipod, si può sfruttare l'alimentatore di questo, che non è altro che una spina di corrente con una presa usb femmina, a cui attaccare il cavetto usb del Kindle
martedì 15 febbraio 2011
Diabete sommerso, cominciamo la battaglia
domenica 19 dicembre 2010
Nascondere la lista di amici su Facebook a tutti
- seleziona Account (in alto sulla destra) e poi Impostazioni sulla privacy
- seleziona Visualizza le impostazioni nella parte Connessione su Facebook
- seleziona Personalizza accanto a Vedere la lista dei tuoi amici
- Non resta che selezionare Solo io dall’elenco accessibile da Rendi visibile a e poi premere il pulsante Salva impostazione
venerdì 12 novembre 2010
Coltivare il proprio ottimismo
Oggi non lavoro, non sono in ferie, questa mattina non sono andato a donare il sangue, e non sono nemmeno malato, anzi, a dire il vero mi sento benissimo, eppure oggi non lavoro, non ho preso aspettativa e non ho chiesto ore di permesso, oggi non lavoro perché sono in cassa integrazione, non lavoro perché, per oggi, la società di cui sono dipendente, non è riuscita a trovarmi una qualche attività remunerata da effettuare, e sembra che non ci sia nessuno disposto ad offrire un qualche lavoro specializzato; posso dopo tutti questi anni di lavoro, finalmente concedermi l'immodestia di ritenermi persona specializzata eppure oggi non lavoro.
Dovrei sentirmi triste e abbattuto, eppure non mi sento così; ma come si fa a sentirsi triste, con questa giornata bellissima, che improvvisa s'è affacciata ? E a Roma, quando ti vengono a trovare queste giornate, proprio non ce la fai ad essere triste, seppur provi ad impegnarti. La bellezza di questa città emerge fuori così imponente che ti sembra di guadarla per la prima volta, ed invece la conosci così bene, per le mille giornate altrettanto belle che si è ostinata a regalarti, magari dopo una serie di temporali e acquazzoni dispettosi che venivano inopportuni.
La verità è che mi sto scoprendo persona ottimista, quando tutti mi hanno sempre additato come pessimista. E l'ottimismo non è una chiave che raccogli per strada da qualcuno che se l'è persa, non è per forza una cosa che ti nasce da dentro, che ti ritrovi lì, come fosse un altro organo che i tuoi geni ti hanno donato. L'ottimismo è un sentimento che puoi seminare e che va coltivato, a cui devi dedicare quel tempo che ci vuole. Ed io, agricoltore scettico, me lo sto ritrovando cresciuto, di bell'aspetto, forte e verde.
Si dice che ad un certo punto ci si arrende all'evidenza. E oggi l'evidenza è che viviamo in un paese parzialmente immobile, che riesce a muoversi solo per avvicinarsi un passo ancora verso la degradazione, diretto lentamente verso la decadenza. Ma l'evidenza è una sostanza che si forma dal contributo di tutti, dai piccoli passi della gente, dai moti d'orgoglio, dalle speranze ardite, dai sogni che odorano di lontano. L'evidenza la possiamo scuotere anche noi, semplici, piccoli, all'apparenza lievi tremori. Ed è per questo che non dobbiamo stare fermi, ma ci dobbiamo muovere, cercare nuove strade, nuove direzioni, dobbiamo creare ponti, sentieri incerti, percorsi poco ovvi. Ho coltivato il mio ottimismo con i tanti interessi, con la curiosità della lettura, il sorriso delle domande, e i nuovi dubbi delle risposte, ho protetto la pianticella nascente, con lo studio della strategia per ovviare alla mia profonda ignoranza. Ho costruito pezzo per pezzo, negli inverni gelati, la serra del porsi in modo diverso.
Ho una persona accanto fantastica che non si abbatte nelle difficoltà, e che ritrova inaspettatamente il sorriso anche se spesso non l'aiuto in modo diretto. E quando si è in due a coltivare, si sa che le spighe riescono più rigogliose, e la frutta matura prima.
Ma l'intento non era di autocelebrarsi, ma di invitare tutti a coltivare il proprio ottimismo, perché si sa, i semi viaggiano con il vento ed i terreni dei vicini, s'aprono ampi e fertili. La domanda a questo punto va posta come:
Non tutti hanno quello che ho io, oppure non tutti sanno guardarsi veramente attorno ?
Coltivare il proprio ottimismo significa voltarsi a scrutare l'intorno. Mutare lentamente il proprio sguardo nei rispetti di ciò che ci circonda. Tentare di cogliere la positività dalle cose che si hanno, posare una mano comprensiva sui difetti altrui, per poi potate i propri, prendersi cura delle situazioni che stentano a fiorire, concimare continuamente la terra quotidiana su cui si vive, annaffiare di nuove possibilità la propria esistenza. Coltivare il proprio ottimismo.